L’approccio metodologico-didattico che caratterizza il nostro plesso parte da un modello pedagogico che punta sul valore formativo della globalità dell’esperienza scolastica. Centrale è il bambino, punto di partenza per un insegnamento che ha il compito di nutrire il desiderio di apprendere. Si tratta quindi di uno stile didattico che cerca di lavorare sulla motivazione e sulla significatività dell’imparare, nel quale è fondamentale lo sviluppo del senso di responsabilità, favorito da un utilizzo di strumenti didattici che consentono al bambino la conquista di una graduale autonomia. Per conseguire ciò, ogni team-docente attua una serie di buone pratiche, che s’ispirano alle pedagogie tradizionali, rinnovate da uno sguardo attento alle prassi sperimentali contemporanee. In una scuola pensata come sistema di relazioni e che si evolve verso una comunità di pratiche in grado di educare e formare, l’attenzione si rivolge in primis ai modelli del Cooperative Learning (Apprendimento Cooperativo), che promuove l’interazione e il confronto fra pari, quali occasioni di formazione educativa e didattica. L’attenzione viene inoltre posta sull’acquisizione di competenze attraverso una didattica basata sulla sperimentazione diretta, in grado di rendere gli alunni protagonisti attivi dell’apprendimento. Alternata alla didattica tradizionale, viene inoltre proposta la metodologia della Flipped Classroom, che prevede l'inversione dei due momenti classici dell’apprendimento, per cui la spiegazione dei nuovi argomenti è effettuata a casa (attraverso video e schede preparati dagli insegnanti), mentre l’esercitazione è attuata a scuola. Il docente assume il ruolo di tutor, che affianca l’alunno in un percorso nel quale è quest’ultimo l’attore principale. Attraverso questa prassi l’accento si pone sul tema metacognitivo dell’imparare a imparare. Tra i diversi approcci dei team-docente, possiamo riconoscere anche il contributo di Scuola Senza Zaino, un modello didattico ormai consolidato da una pratica pluridecennale, che persegue un’idea di comunità, fondata sull’apprendimento come fenomeno sociale, che si compie all’interno di relazioni significative. La cura della qualità dei rapporti aiuta i comportamenti collaborativi, che alimentano la condivisione. L’ambiente scolastico è studiato nei minimi dettagli: l’organizzazione dello spazio prevede infatti l'eliminazione della cattedra (svuotata di significato) e l’individuazione di aree distinte (tavoli per gruppi di studenti, agorà, postazioni per i mini laboratori…), che suggeriscono la marginalità della lezione frontale, a favore di una diversificazione del lavoro, che consente più attività in contemporanea, lo sviluppo dell’autonomia e l’esercizio della capacità di scelta: una molteplicità di pratiche che concorrono allo sviluppo della responsabilità. Infine possiamo assicurare che ogni classe, seppur presentandosi diversa a seconda delle scelte didattiche del team docente, si pone sempre in relazione e in ascolto dei propri studenti, con la finalità di proporre loro una serie di buone pratiche che consentano un apprendimento adeguato e personalizzato.